Il CAI ha pubblicato i dati relativi alle adozioni internazionali andate a buon fine nel corso del primo semestre 2020.
Nel periodo analizzato sono state rilasciate 217 autorizzazioni all'ingresso corrispondenti a 269 minori. Il decremento rispetto al primo semestre del 2019, va in larga parte imputato all'emergenza sanitaria in corso, che ha comportato un rallentamento delle procedure di adozione da parte di molti Paesi di provenienza.
Nonostante questo difficile momento storico che coinvolge tutti i settori, l’impegno costante del CAI (Commissione per le Adozioni Internazionali) - sommato al confronto con le Autorità Centrali dei Paesi di provenienza - ha consentito il rientro delle coppie che si trovavano all'estero durante il periodo di lock-down e recentemente l’ingresso in Italia di minori provenienti da Haiti, Burkina Faso e Burundi.
Il 2019 è stato però il primo anno nella storia a segnare una discesa sotto la soglia delle mille adozioni annuali, ancora in calo del 14% rispetto al 2018.
Il dato che emerge è quindi quello di un progressivo declino delle procedure concluse, così come del numero dei minori per cui è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso a scopo adottivo, con un calo quasi della metà rispetto al 2015.
All’interno di questo trend negativo, tuttavia, si riscontrano significative differenze a seconda dei luoghi di provenienza dei minori, con alcuni Paesi che hanno addirittura invertito positivamente la tendenza come la Colombia e il Perù.
ADOZIONI INTERNAZIONALI – QUAL È IL PROFILO DELLE COPPIE ADOTTIVE
Secondo i dati riportati dall’indagine, è in aumento l’età media delle coppie adottive, con un alto livello culturale e socio-economico mentre per quanto riguarda i minori la classe di età più rappresentata è quella compresa tra i 5 e 9 anni, con una leggera prevalenza dei maschi (il 53%) sulle femmine.
Nel 2019 quasi nove coppie che adottano su dieci (86%) non hanno figli, mentre le altre coppie ne hanno uno o più di uno (14%). Nell’ampliare il nucleo familiare attraverso l’adozione internazionale, la gran parte delle coppie ha richiesto l’ingresso di un solo minorenne (78%), anche se sempre più spesso le coppie danno prova di essere disponibili all’adozione di più minorenni, al punto che il 22% delle coppie adottanti nel 2019 ne ha accolti due o più.
Nel report annuale relativo al 2019 stilato della Commissione per le adozioni internazionali in merito alle coppie che avevano fatto richiesta di autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri riemerge con forza la ripresa del trend negativo che ha caratterizzato l’ultimo decennio. La numerosità delle coppie adottive tocca infatti nel 2019 un nuovo minimo storico, scendendo per la prima volta sotto la soglia delle mille unità (969), con una riduzione del 14% rispetto all’anno precedente. Il dato è ancora più significativo se si allarga lo spettro temporale all’ultimo quinquennio dove si passa dalle 1.819 coppie del 2015 alle già citate 969 coppie del 2019, per una diminuzione in termini assoluti di 850 coppie e una diminuzione percentuale del 46,7%.
LE ADOZIONI IN ITALIA
Da un punto di vista territoriale, le regioni con il maggior numero di coppie adottanti si confermano la Lombardia (128) e il Veneto (101) che insieme alla Campania (104) restano le uniche tre con un numero di coppie adottanti al di sopra delle 100 unità.
Regioni che tra il 2018 e il 2019 mostrano andamenti piuttosto differenziati: si passa dalle forti diminuzioni percentuali, sopra il 30%, registrate in Liguria e Sicilia, a quelle altrettanto significative comprese tra il meno 20% e il meno 30% registrate in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Lazio e Puglia, fino a regioni che, a differenza del trend medio nazionale, vedono salire il numero di coppie adottive: Trentino-Alto Adige, Umbria, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna.
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